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Gesù ci rivela la piccolezza di Dio

Briciole dalla mensa - 14° Domenica T.O. (anno A) - 5 luglio 2020

 

LETTURE

Zc 9,9-10   Sal 144   Rm 8,9.11-13   Mt 11,25-30

 

COMMENTO

 

Gesù è davanti alla crisi e al sostanziale fallimento della sua missione: i capi religiosi lo osteggiano; Giovanni Battista - che si aspettava da Lui la giustizia e non la misericordia - fatica a riconoscerlo come Messia; la "sua gente" - quella delle città della Galilea intorno al lago, dove aveva più predicato e fatto segni - non si è convertita. È una generazione che Lui chiama «di bambini»: pretendono dagli altri, ma loro non si coinvolgono (cfr. Mt 11,16-19). Pare che parli della generazione del nostro oggi.
Ma, di fronte a tutto ciò, Gesù non medita rivalse né si ritira come sconfitto. All'opposto, rende lode al Padre: è davvero sorprendente. Mi colpisce e mi sconvolge, tanto quanto vederlo in croce a perdonare i suoi condannatori. Perché Lui, che aveva pensato ad un esito completamente diverso della sua missione, scopre un impensata via di successo: quella della piccolezza. Lo hanno seguito "solo" i poveri, i malati, le vedove, i bambini. Ma Egli sa dalla Scrittura che tutti questi sono i preferiti di Dio. Che l'abbiano seguito solo coloro che non valgono, che non sono istruiti, che non hanno potere diventa trasparenza di quel Regno che Lui annuncia e apre: è fatto tutto di amore e di dono di Dio per gli uomini. E qui Gesù "scopre" il volto e la tenerezza del Padre, di suo Padre. Potessimo essere anche noi capaci di leggere le sconfitte come provvidenziali rovesciamenti di situazioni da parte di Dio ed essere aperti alla via della piccolezza!

 

«Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli». Non dobbiamo intendere nel senso che Dio chiude la rivelazione ai saggi e agli intellettuali: attraverso Gesù, Dio si è rivelato loro, ma essi non hanno accolto la sua parola e così si sono chiusi da loro stessi. L'uomo colto ha sì cercato Dio, ma ha preso una strada sbagliata. La conoscenza di Dio richiede all'uomo l'ascolto, attraverso il quale lasciarsi coinvolgere dal Dio che parla nel creato, nella storia e «ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,2).
Allora, la via da percorrere non è quella dell'orgoglio, della supponenza, della pretesa, ma quella dell'umile disponibilità all'ascolto e all'accoglienza: con la coscienza di non sapere, di non valere, e solo con la confidenza di ricevere tutto gratuitamente da Dio. Perché, su questa via, c'è tutto il «compiacimento» («benevolenza») del Padre: Lui si compiace di figli come Gesù, che, con il cuore di piccolo, accolgono il loro insuccesso e si aprono confidenti al loro Padre.

 

«Queste cose» che il Padre rivela ai piccoli - mentre sono disprezzate da coloro che si sentono grandi - sono la rivelazione di Gesù come colui che veramente ci mostra e ci dona Dio; e, insieme, sono la rivelazione che il Padre fa di Gesù stesso, suo Figlio, agli uomini. Infatti Gesù dice: «Tutto è stato dato a me dal Padre mio». Ogni sua fibra divina e umana deriva dal Padre: per questo può dire solo e tutto il Padre, e solo il Padre lo può rivelare tutto, come Figlio, agli uomini: «Tu sei mio figlio, l'amato» (Mt 3,17; 17,5). Se Gesù rivela il Padre attraverso se stesso, significa che, con la sua piccolezza (l'esperienza del suo fallimento), Egli ci rivela la piccolezza di Dio. Con la sua umiltà rivela l'umiltà di Dio.

 

E, così, Gesù si propone come fonte di umiltà per i suoi discepoli e per tutti coloro che lo ascoltano. «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi…». Gesù si rivolge agli uomini quando essi cercano di avere comunione con Dio, ma sono gravati da precetti umani, da intransigenze religiose, da rigidità morali, da insegnamenti che non istruiscono la vita. Gesù propone il prendere su di sé il suo giogo, perché non pesa: vuol dire confidare nell'amore di Dio che è sempre preveniente e mai meritato. È un giogo che Lui per primo ha portato, nella sua esperienza di fragilità, e ha scoperto che il vero volto di Dio è quello che ci solleva da tutti i gravami, perché ci dice: «Non preoccuparti, io sono sempre con te, non ti abbandono mai». Gesù lo ha appena sperimentato nella sua sconfitta; per questo lo propone ai piccoli di ogni tempo e di ogni regione.

 

Alberto Vianello

 

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