Home     Chi siamo     Come arrivare     Contatti     Iscriviti

     Calendario    Login

Una fede fatta di meraviglia

Briciole dalla mensa - Ascensione del Signore (anno B) - 16 maggio 2021

 

LETTURE

At 1,1-11   Sal 46   Ef 4,1-13   Mc 16,15-20

 

COMMENTO

 

Il Vangelo di Marco "originale" finiva al v.8: «Le donne uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore (letteralmente: «di tremore e di estasi»). E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite». Dunque il Vangelo termina con la meraviglia delle donne. Questa finale è sembrata tronca, per cui è stata aggiunta - nel secondo secolo - la conclusione che leggiamo, compreso l'accenno all’ascensione del Signore Gesù. In effetti, poteva sembrare mancante un racconto evangelico che non accennasse alle apparizioni del Risorto ai suoi discepoli.
Ma oso ipotizzare che il vero motivo dell’aggiunta fosse il fatto che, concludendosi al v.8, il Vangelo di Marco costituiva come prime ed esclusive missionarie della risurrezione le donne che erano andate al sepolcro, e non gli uomini che erano stati discepoli di Gesù. È molto scomodo un Vangelo che mostra le donne come «apostole» della risurrezione! Si sarebbe stati costretti a dare alle donne un ruolo ben più centrale nella Chiesa rispetto a quello che hanno avuto e hanno tuttora. Invece, proprio in Marco - e solo in lui fra gli evangelisti - fa impressione leggere che le stesse tre donne presenti alla crocifissione di Gesù (mentre i discepoli-uomini erano tutti scappati) sono poi elencate come presenti al mattino di Pasqua nell'andare al sepolcro, nel trovarlo vuoto e nell'avere l'apparizione di un «giovane» che annuncia loro la risurrezione di Gesù. Dunque delle donne: certamente fragili e paurose, eppure più fedeli, a guardare i fatti. Forse questo sconcerto ha spinto un copista (e una Chiesa) ad aggiungere 11 versetti al Vangelo di Marco.
Qui vi si narrano le apparizioni del Risorto ai suoi discepoli, il loro invio in missione, con il sostegno dal cielo, cioè da Dio e dalla sua Grazia, da parte del Signore Gesù. Il Vangelo avrà così anche guadagnato nel senso di una comunità forte, di verità ferme, di programmazione decisa; ma ha perso molto della meraviglia delle donne. Una meraviglia che accomuna maggiormente, perché la speranza della risurrezione viene così affidata a ciascuno di noi e non importa se debole nella fede, se intimorito dai propri dubbi, se lento a credere. Mi permetto, perciò, di legare le parole del Vangelo più alla meraviglia delle donne che alla solidità dell'affermarsi del Risorto sulla fatica a crederlo da parte dei suoi discepoli, come narra l’aggiunta.

 

«Andate in tutto il mondo», dice Gesù risorto che appare ai suoi discepoli. Non indica tanto la vastità della missione, quanto la sua non esclusività. Come leggiamo negli Atti degli apostoli, i credenti più trovavano porte chiuse (soprattutto fra i giudei) più cercavano di aprirne altre (fra i pagani), salvo poi sorprendersi nello scoprire che il Signore le aveva già aperte con lo Spirito (vedi la prima Lettura di domenica scorsa). L'annuncio del Vangelo è la meraviglia di trovarlo presente nelle vite che la religione invece relega lontano da Dio. Perché Gesù Cristo non è il bagaglio del missionario, né la sua carta d'identità: è sempre una scoperta o, meglio ancora, una sorpresa. È una presenza inaspettata, ma che ti aspetta nella vita del povero, del sofferente, dell'emarginato, di chi ha sbagliato, di chi ha fallito. Un'ascensione del Signore che è discesa là dove l'uomo ha più bisogno di un Dio-con-lui, quando si è perso e viene giudicato perduto.
«Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato». Ci salva il Signore, non la nostra fede, che è "solo" attesa di Lui: è stupore della sua gratuità, è consegna di se stessi a ciò che supera e trasfigura.

 

Ma la missione è fatta anche di «segni». Proviamo a dirli con le nostre parole.
«Scacciare i demoni». Forse possiamo tradurre: stanare, ogni giorno, i fantasmi che soffocano la vita umana, come la sete di denaro, il protagonismo impositivo, il possesso delle persone. Questi sono i demoni.
«Parlare lingue nuove»: ovvero dire cose vere, oneste, fondate, fedeli, umane e umanizzanti.
«Prendere in mano i serpenti»: con un po' di fantasia, io direi che equivale a passare in mezzo alle cattiverie senza lasciarsi inasprire il cuore.
«Imporre le mani ai malati e questi guariranno (letteralmente: «avranno bene»)». Purtroppo non si può guarire tutti, ma si può curare, ovvero prendersi cura di ognuno.

 

Questa è la responsabilità che Gesù ha affidato ai discepoli e, subito dopo, «fu levato in cielo e sedette alla destra di Dio». Il suo compito non è finito: esso diventa il nostro. Se il Signore Gesù credesse che Lui avrebbe fatto le cose meglio di come le possiamo fare noi, penso che sarebbe rimasto sulla terra. Se se ne «è andato», è solo perché noi possiamo fare meglio di Lui, per quanto paradossale ci sembri: «Chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre» (Gv 14,12). Perché il Signore Gesù «agiva insieme con loro e confermava la parola con i segni che l'accompagnavano». Un Risorto dai morti che consegna il Vangelo nelle mani di poveri mortali perché se ne servano per far vivere la vita delle persone, nella relazione con il loro Signore. Forse è questa la meraviglia più grande.

 

Alberto Vianello

 

  •  bricioledm
  • commento-Vangelo-Ascensione
  • finale-di-Marco
  • donne-testimoni-e-apostole
  • meraviglia-e-fede
  • missione
  • sorpresa
  • segni
  • responsabilità

Home                                                       Calendario                                               Monastero                                                  Iniziative                                                              Articoli e pubblicazioni

Chi siamo                                                Iscriviti                                                      Preghiera                                                     Briciole dalla mensa                                         Orari SS. Messe

Come arrivare                                         Contatti                                                     Ospitalità                                                     Una famiglia di famiglie                                   Audiovisivi

Monastero di Marango 

Strada Durisi, 12 - 30021 Marango di Caorle - VE

0421.88142  pfr.marango@tiscalinet.it

Privacy