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Un disegno divino che è tutto amore gratuito

Briciole dalla mensa - Immacolata Concezione della beata vergine Maria - 8 dicembre 2021

 

LETTURE

Gen 3,9-15.20   Sal 97   Ef 1,3-6.11-12   Lc 1,26-38

 

COMMENTO

 

L'uomo è chiamato al dialogo d'amore con Dio, ma c'è in lui qualcosa di oscuro e di ribelle che lo porta ad assecondare la spinta del serpente e a rifiutare tale dialogo, facendo di se stesso il termine unico di ogni amore. È quello che la Chiesa chiama «peccato originale». Maria, per dono gratuito di Dio, è stata preservata da tale perversione del desiderio: questa è la sua «immacolata concezione». Perché, dove Dio interviene, l’uomo diventa davvero libero di lasciarsi amare da Lui. Quindi, ciò che avviene in Maria è esclusivamente un disegno divino che è tutto amore gratuito.
«L'angelo Gabriele fu mandato da Dio…»: il punto di partenza è il punto di vista di Dio e la sua decisione di inviare l’angelo ad una persona precisa, una ragazza di una regione marginalissima del mondo. In questo modo, è la storia di Dio che, innanzitutto, subisce una svolta. Egli ha sempre scelto nell'umanità ciò che è più piccolo e povero, ma mai aveva scelto di ricevere il proprio modo di stare nel mondo dall'uomo stesso: in Maria ci sarà senz'altro l'opera dello Spirito Santo - senza la quale il Figlio di Dio non avrebbe potuto diventare uomo -, ma sarà lei, con la sua maternità, che darà l'umanità a Gesù. Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, e, attraverso Maria, l'uomo rende Dio - per così dire - a sua immagine e somiglianza.
In Gesù cambia allora la storia di Dio: si lascia limitare non più solo della libertà dell'uomo, ma anche dal suo diventare uomo limitato e messo alla prova. E sarà proprio l'assunzione del suo massimo limite, la croce - là dove l'uomo perde la sua umanità -, a diventare la totale espressione di Dio: lì, sulla croce, c'è tutto Dio, nel suo massimo atto d'amore, accettando di essere negato come uomo e come Dio.

 

«Piena di grazia»; il significato letterale è: «tu che sei stata e sei continuamente trasformata dal favore, dalla benevolenza, dalla bellezza di Dio». Significa che Maria non è semplicemente un recipiente umano colmato di grazia: è il suo essere donna che viene progressivamente trasfigurato. E qui c'è davvero un grande mistero: come un essere umano rimanga se stesso pur essendo così cambiato da ciò che è più proprio di Dio, il suo amore. Detto con altre parole: come Maria rimanga la ragazzina di Nazaret, fidanzata con Giuseppe, e diventi, insieme, la madre del Figlio di Dio. Ma questo mistero è lo stile di Dio: fa grandi cose nell'uomo pur rispettandolo nei suoi limiti. In Maria agisce tutta la forza e la delicatezza di Dio. In questo senso è bellissimo il verbo usato per dire dell'azione dello Spirito Santo in Maria: «ti coprirà con la sua ombra». Dice che quello che compie lo Spirito è velato allo sguardo, perché un grande mistero: la presenza di Dio nella sua azione. Ma è nascosto anche perché dice dell'impossibile delicatezza di rendere un essere umano così intimo a Dio da generarlo, ma contemporaneamente cosciente della sua impotenza non solo divina, ma anche umana: «non conosco uomo».

 

L'annuncio dell'angelo non è altro che la presentazione dell'offerta della parola di Dio nel suo compiersi, perché in Gesù, che nascerà da Maria, si compirà l'alleanza e la salvezza di Dio che le Scritture hanno preparato. Quindi la reazione di Maria è la risposta di ascolto alla parola di Dio.
Tale ascolto provoca in Maria innanzitutto turbamento e perplessità (v. 29), quindi suscita stupore e interrogativo di chi guarda la propria condizione reale (v. 34), infine decide l'accettazione (v. 38). Si crea così un dialogo tra la parola di Dio e la persona. Significa che la Parola non è un dogma a-storico e impersonale da accettare in modo rigido. Ma la Parola non può essere nemmeno legata ai protagonismi umani che la mettono in discussione, senza mettere in discussione e in movimento se stessi.
Maria ascolta la parola che l'angelo le annuncia e la proporziona alla sua povera realtà umana, tanto da rimanere turbata: si interroga ma anche interroga («Si chiedeva che cosa potesse essere questo saluto»). È così che Maria entra in una dimensione dialogica con la Parola, dove la distanza fra questa è la realtà della persona non crea incredulità, ma un interrogativo che apre strade all'azione della Parola, invece di chiuderle.
Una domanda che, poi, diventa presentazione della propria condizione non corrispondente al contenuto dell'annuncio: diventare madre per chi «non conosce uomo». Porsi interrogativi su come sia possibile che Dio agisca nella nostra impossibilità è apertura alla grazia, al dono gratuito del Signore, che fa sempre cose impossibili per noi. Sono domande non distaccate o disinteressate («Tanto, fa tutto Lui…!»), che sarebbe solo fideismo disincarnato. Sono interrogativi che, invece, fanno diventare storia la Parola, aprendo alla fiducia e alla speranza.
Infine, Maria dice il suo sì, che non è accettazione arresa e supina a un fato più grande di lei. «Avvenga per me secondo la tua parola» è frase che esprime letteralmente preghiera e sentimento di gioia: Maria desidera di cuore che si realizzi la parola dell'angelo. La Parola è troppo grande per lei, ma è anche troppo bella: impossibile rifiutare l'impossibile di Dio e della sua Parola nell'uomo.

 

Alberto Vianello

 

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