Home     Chi siamo     Come arrivare     Contatti     Iscriviti

     Calendario    Login

«Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo, perché il cielo rosseggia”;
e al mattino: “Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo”.
Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e

non siete capaci di interpretare i segni dei tempi?»   
Mt 16,1-4

 

SEGNI DEI TEMPI

DOPO L'ISOLAMENTO. CONTINUITA', DISCONTINITA', DALLA PANDEMIA ALLE SFIDE NEI TEMPI NUOVI

Camminare insieme.
Il Sogno, le Paure, le Vie.

Sintesi e Report

Dialogo on-line “Costruire il futuro della fede – Spiritualità adulta e crescita della comunità
mercoledì 9 giugno 2021, dalle ore 18.00 alle ore 20.00.

Questa iniziativa costituisce la prosecuzione del percorso iniziato con l’incontro di domenica 14 marzo 2021, nel quale presentammo gli esiti del questionario su come era stata vissuta l’esperienza della fede nella pandemia, cui partecipò Serena Noceti.

Abbiamo pensato di partire da una delle suggestioni sorte in quell’occasione, e più precisamente la sollecitazione a sperimentare modi di vivere da adulti la nostra fede, per poter continuare questo nostro cammino in maniera sinodale.
 

guarda il video dell'incontro

Ad un anno di distanza dal lockdown, completata l'elaborazione dei dati, il gruppo “Segni dei tempi” ha organizzato un dibattito, che si è tenuto il 14 marzo 2021, dal titolo LE SFIDE DEI TEMPI NUOVI. Ripensare con sapienza la pandemia, immaginare nuovi percorsi. Don Massimo Cadamuro, parroco, vicario di Favaro-Altino, Margherita Pasini, docente all’Università di Verona e della Scuola Biblica di Venezia e Serena Noceti, dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose "Santa Caterina da Siena" di Firenze, moderati da Simone Morandini dell’Istituto di Studi Ecumenici "San Bernardino" di Venezia, hanno proposto una interpretazione e una riflessione su questa fase della nostra vita ecclesiale, con l’obiettivo di cogliere le sfide per le comunità veneziane e gli interrogativi che tuttora ne interpellano la vita.

 

guarda il video dell'incontro

INTRODUZIONE
Nella settimana della particolare Pasqua 2020 quattro presbiteri della Diocesi di Venezia si sono trovati a dialogare insieme sotto un comune denominatore: «parroci nella pandemia», accogliendo con entusiasmo e interesse una iniziativa che avrebbe loro permesso non solo di raccontare il proprio vissuto, ma anche di leggerlo con sapienza evangelica, con uno sguardo attento alla storia e al suo insegnamento, in una fase così drammatica e sconvolgente per tutti.

Hanno poi subito pensato che avrebbero dovuto ascoltare non solo i preti, ma l'intero popolo di Dio, la gente delle loro comunità, per cercare di conoscere le loro emozioni, i desideri del cuore, gli spazi dentro i quali le persone hanno continuato a esprimere la loro fede. Si era consapevoli che si trattava di questioni che dovrebbero qualificare le Chiese, nella prospettiva di una nuova ripartenza, e tenendo conto che le comunità, nel frattempo, avevano percorso con coraggio e creatività anche sentieri per nulla o poco percorsi prima.

Strada facendo sono stati anche raccolti una serie di contributi (che hanno coinvolto una trentina di persone, quasi tutte laiche, più un diacono, tre monache, due preti e un vescovo) che si sono dimostrati molto utili per continuare la riflessione. Si trattava di riflessioni di alto livello, che denotano non solo una grande sofferenza e attenzione al tempo presente, ma anche un desiderio reale di partecipare attivamente alla edificazione della Chiesa. Questo primo passo è stato importante non solo per i contenuti, ma perché è stato un modo per sottolineare il valore di un cammino sinodale, di cui ancora siamo digiuni. Rispetto a questo lavoro iniziale, così scrive uno dei presbiteri promotori dell’iniziativa: «C'è stato un prezioso lavoro di discernimento. Questo esercizio ci chiede di avere uno sguardo di fede sulle vicende difficili e drammatiche di ogni essere umano e di ogni comunità. Ci spinge ad andare più in profondità, ad avere una visione più attenta sugli avvenimenti e a collocarli dentro la storia che stiamo vivendo. Lo sforzo di sapienzialità che stiamo facendo come battezzati, e che ancora faremo, ci ha portato a cogliere la portata rivelativa di questa pandemia, facendo diventare questa emergenza sanitaria un segno dei tempi».

Il 5 maggio 2020 si sono incontrati anche i vescovi del Triveneto. In un comunicato essi hanno affermato di essersi interrogati sulla mutata immagine e presenza della Chiesa che «le comunità cristiane sono chiamate a vivere, nei rispettivi territori, in un necessario e sostanziale ripensamento di orientamenti, di priorità e di impegni pastorali essenziali. Il ministero del vescovo, del sacerdote e lo stesso profilo del cristiano laico, richiedono di essere ripensati e approfonditi alla luce degli avvenimenti odierni». Secondo i vescovi le comunità cristiane saranno chiamate ad individuare ed esprimere atteggiamenti e criteri "evangelici" per sostenere e accompagnare persone, comunità e l’intera società del Nordest «nei passaggi più delicati, nei momenti e nelle situazioni di crisi economica, sociale e culturale del presente e soprattutto nella costruzione del nostro comune futuro».

Da questi passi iniziali nasce il desiderio che la Chiesa della Diocesi di Venezia possa fermarsi per proporre una riflessione sapienziale su ciò che sta accadendo in mezzo a noi: «Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese». In questo contesto, è stata proposta la scelta di alcuni laici, perché contribuissero con il loro discernimento e la loro specifica competenza a proseguire il cammino. Questa piccola assemblea non era più "clericale", ma veniva ad essere costituita da una rappresentanza dell'intero popolo di Dio, preti e laici, uomini e donne. In questa prospettiva sono divenute necessarie le voci non solo dei credenti, ma anche di tutti coloro che, "diversamente credenti", sono testimoni autorevoli e costruttori credibili di un mondo a misura d'uomo. Così, pur avendo presente la nostra condizione di discepoli del Signore, possiamo dire che, davvero, "siamo tutti sulla stessa barca".

Ecco dunque un ulteriore piccolo passo: invitare le persone, del territorio della Diocesi di Venezia e fuori di tale territorio, a partecipare ad una indagine, che aveva lo scopo di approfondire l’ascolto dei vissuti personali e comunitari. Molte persone hanno raccolto l’invito a dedicare una parte del loro tempo per rispondere a qualche domanda relativa alla propria esperienza durante l'isolamento dovuto alle misure per fronteggiare la pandemia da coronavirus, rendendo così possibile allargare lo sguardo, e offrire spunti per immaginare dei percorsi utili per il futuro, perché quanto è stato vissuto, nel bene e nel male, non rimanga soltanto patrimonio personale o di pochi, ma possa essere condiviso con una comunità più ampia di persone. Questo documento inizia a presentare una sintesi di quanto emerso attraverso questa indagine, con lo scopo di continuare il dialogo intrapreso con tutte le persone che in qualche modo, grazie alla propria preziosa condivisione, hanno accettato la sfida, e hanno espresso fiducia nella possibilità che possa accadere davvero di “camminare in novità di vita”.

 

METODO
IL QUESTIONARIO

Il questionario comprendeva sei sezioni, per un totale di 25 domande, quasi tutte costruite ad hoc per questa indagine. Molte di queste erano domande “aperte”, ovvero lasciavano alla persona rispondente la possibilità di utilizzare le proprie parole, piuttosto che dover scegliere tra alternative di risposta già fornite in partenza. Tale scelta è stata fatta - pur nella consapevolezza della difficoltà che questo poteva comportare sia per la persona rispondente, per il maggior impegno richiesto, sia per le successive elaborazioni – in quanto lo scopo che questa ricerca si propone è quello di esplorare in modo più ampio e libero possibile le risposte delle persone partecipanti. In ogni caso, nessuna domanda era obbligatoria, perché le persone potessero sentirsi libere di esprimersi. Di seguito sono indicate le sezioni del questionario, con una breve descrizione.

  1. Sezione 1: Reazioni all’esperienza di isolamento 
    La prima sezione aveva lo scopo di esplorare le reazioni cognitive ed emotive rispetto all’esperienza di isolamento attraverso due domande aperte e attraverso la richiesta di indicare fino ad un massimo di tre parole (o brevi espressioni) positive e negative legate all’esperienza dell’isolamento.
     
  2. Sezione 2: Spiritualità al tempo dell’isolamento
    Lo scopo della seconda sezione era quello di entrare negli aspetti spirituali connessi all’esperienza dell’isolamento, chiedendo alle persone di esprimere pensieri, riflessioni, idee legati alla religiosità o alla spiritualità che fossero emersi in quel periodo. Questa sezione comprendeva anche un elenco di possibili esperienze, collegate con l’ambito della spiritualità, che le persone potrebbero aver trovato significative e importanti, durante quel periodo, con la possibilità di valutarle su una scala a 4 punti (per niente/poco/abbastanza/molto significativa). Era prevista la possibilità di segnalare che l’esperienza proposta non era applicabile alla vita della persona rispondente, e anche la possibilità di aggiungere altre esperienze non in elenco, se ritenute significative.
     
  3. Sezione 3: Solidarietà e relazioni fraterne al tempo dell'isolamento
    La terza sezione era dedicata all’esplorazione di come le persone avessero vissuto l’aspetto della solidarietà e delle relazioni fraterne, con una prima domanda aperta in cui era chiesto di descrivere come le persone avessero vissuto, durante l’isolamento, l’esperienza del volontariato e del servizio a persone che ne avevano bisogno, anche in riferimento a possibili cambiamenti rispetto a prima. Anche in questo caso, seguiva un elenco di possibili esperienze legate ai temi della fraternità, della solidarietà, della condivisione, con la richiesta di indicare quanto fossero state percepite come significative per la persona rispondente, durante l’isolamento. La valutazione della significatività era proposta su una scala a 4 punti (per niente/poco/abbastanza/molto significativa) e anche in questo caso vi era la possibilità di indicare quell’esperienza come non pertinente rispetto alla propria vita. In conclusione era data la possibilità di segnalare esperienze significative che non erano presenti nell’elenco.
     
  4. Sezione 4: Te stesso, in relazione all'esperienza religiosa
    La quarta sezione comprendeva una versione breve di una scala utilizzata in ambito internazionale per valutare quanto sia centrale per una persona l’esperienza religiosa e/o spirituale in senso ampio. Si tratta della “Centrality of religiosity scale”, che valuta appunto la salienza di aspetti religiosi e spirituali per la vita di una persona, rilevando l’intensità di alcune dimensioni chiave, quali la pratica pubblica e privata, la dimensione intellettuale, quella di appartenenza ad una comunità. Questo strumento, sviluppato da Huber (Huber, S. (2008). Religion Monitor 2008: Structuring principles, operational constructs, interpretive strategies. What the world believes: Analysis and commentary on the religion monitor, 2009, 17-51) e successivamente perfezionato da Huber e Huber (Huber, S., & Huber, O. W. (2012). The centrality of religiosity scale (CRS). Religions, 3(3), 710-724), è stato utilizzato in più di 100 studi di sociologia e di psicologia della religione, in 25 paesi, su un totale di più di 100.000 persone. Si è deciso di utilizzare questa misura per osservare se le risposte date alle altre domande del questionario erano influenzate anche da questo aspetto, oppure se erano indipendenti.
     
  5. Sezione 5: Caratteristiche socio-demografiche e informazioni di contesto
    Una quinta sezione registrava alcune caratteristiche socio-demografiche dei rispondenti quali il sesso, l’età, l’occupazione, la zona di residenza (con la richiesta di indicare la zona specifica, se sul territorio della diocesi di Venezia), e l’indicazione del numero di persone con cui era stato trascorso il periodo di isolamento.
     
  6. Sezione 6: Legame con la comunità ecclesiale
    L’ultima sezione, dedicata solo alle persone che dichiaravano di avere un legame con la chiesa cattolica, o con un'altra delle chiese cristiane, raccoglieva informazioni sulle aree di coinvolgimento delle persone rispondenti rispetto agli ambiti della Parola, della Liturgia e della Carità, con la richiesta di indicare se un eventuale impegno riguardasse l’ambito parrocchiale, quello diocesano, o se fosse espresso in una dimensione extradiocesano o nazionale.

 

PROCEDURA E PARTECIPANTI

Il questionario è stato somministrato on-line, inviando il link, attraverso la rete di conoscenze degli autori, a persone che potessero essere interessate a partecipare, cercando di coinvolgere persone di diversa sensibilità rispetto alle questioni indagate. L’invito a partecipare, con la segnalazione del link, è stato anche indicato su questo sito. Si tratta dunque di un campione che non ha alcuna pretesa di essere rappresentativo rispetto alla popolazione di riferimento. La compilazione del questionario è stata possibile dal 10 al 21 giugno 2020 e il tempo medio di compilazione è stato di circa 35 minuti.

Hanno risposto all’indagine 335 persone, 198 di sesso femminile (il 59%) e 131 di sesso maschile (il 39%). Una piccolissima percentuale (6 persone in totale) non ha indicato il sesso. L’età media dei rispondenti è stata di 59,6 anni (deviazione standard 12,2), e la distribuzione per fasce di età è indicata nella tabella 1. Si osserva che la fascia di età più rappresentata, con il 31% delle risposte, è quella 56-65 anni, seguita dalle due fasce di età vicine (22% sia per la fascia 46-55 che per la fascia 66-75). A conferma di quanto già emerso osservando l’età media dei rispondenti, il campione è formato per il 62% da persone sopra i 55 anni, e per l’84% da persone sopra i 45 anni di età, mentre la fascia di età dai 16 ai 35 anni comprende solo il 4,8% del campione. 

Delle 331 persone che hanno indicato la zona in cui abitano abitualmente, 223 (il 67%) abitano nel territorio della diocesi di Venezia, distribuiti come indicato nella tabella 2. I restanti 108 rispondenti (il 33%) abitano fuori diocesi, in località distribuite in quasi tutte le regioni italiane. Il 45% dei rispondenti della diocesi di Venezia dichiara di abitare nella zona di Mestre e terraferma.

 

Solo 3 rispondenti hanno dichiarato di non essere di nazionalità italiana. Rispetto allo stato occupazionale, i dati sono illustrati dalla tabella 3. Si osserva che più della metà del campione è lavoratore, e il 34% è pensionato.

 

Rispetto al numero di persone con cui le persone che hanno risposto al questionario hanno trascorso l’isolamento, il 30% dichiara di averlo trascorso con un’altra persona, mentre le altre risposte si distribuiscono più o meno equamente su tutte le categorie (da solo/a, con altre due/tre/più di tre persone).

RISULTATI DEI PARTECIPANTI RESIDENTI NELLA DIOCESI DI VENEZIA
leggi l'allegato

 

RISULTATI GENERALI

La sezione che segue riporta i risultati emersi nelle varie sezioni del questionario, distinguendoli in due parti: le risposte alle domande chiuse e le risposte alle domande aperte. Per quanto riguarda le risposte alle domande aperte, le analisi sono ancora in corso, e saranno disponibili entro la fine del mese di luglio.

 

ANALISI DELLE RISPOSTE ALLE DOMANDE CHIUSE

Spiritualità al tempo dell’isolamento

Relativamente all’elenco di possibili esperienze, collegate con l’ambito della spiritualità, che le persone potrebbero aver trovato significative e importanti durante il periodo dell’isolamento, la tabella 5 indica la percentuale con cui è stata scelta ciascuna valutazione (da “molto significativa” a “per niente significativa”). Nella tabella 5 le esperienze sono state messe in ordine di significatività percepita. Inoltre, è stata fatta una Analisi Fattoriale Esplorativa che ha permesso di accorpare le esperienze in tre macro-categorie, che spiegano il 56% della varianza. Una prima categoria mette insieme le due esperienze in elenco che facevano riferimento al Papa (Le celebrazioni del papa in tv per la Settimana Santa, La messa del papa in tv al mattino), che risultano essere anche le esperienze indicate come le più significative. Una seconda categoria fa riferimento a preghiera/meditazione/ascolto della Parola di Dio. Anche in questo caso si tratta di esperienze che sono state valutate come molto o abbastanza significative da un elevato numero di persone (minimo il 70% di coloro che le hanno valutate). Infine, la terza categoria, ultima anche come ordine di significatività percepita, comprendeva una serie di esperienze accomunate dal fatto di essere fruibili tramite i media. Tra le esperienze che vengono valutate come meno significative sono indicati “Gli spunti di catechesi offerti dalla mia parrocchia” e “L'ascolto di programmi legati a temi di spiritualità alla radio”.

L’ultima colonna della tabella indica quanto la situazione indicata fosse pertinente per il rispondente. Si può osservare che quasi la metà del campione ritiene non applicabile alla propria situazione “L'ascolto di programmi legati a temi di spiritualità alla radio”; “circa il 46% ritiene non applicabile alla propria esperienza “La lettura/meditazione sulla Parola di Dio con altre persone con quelle in isolamento a casa con me"; e infine un 40% “La lettura/meditazione sulla Parola di Dio in gruppo, in videoconferenza”, segno che si trattava di proposte che non sono state prese in considerazione, o addirittura non sono state disponibili, per una buona parte dei rispondenti. 

 


Solidarietà e relazioni fraterne al tempo dell'isolamento

Un secondo aspetto che prevedeva di valutare la rilevanza di una serie di esperienze riguardava l’ambito della
solidarietà e della fraternità. I dati sono illustrati dalla tabella 6, anche questo caso in ordine di rilevanza.
L’Analisi Fattoriale Esplorativa ha fatto emergere due categorie di esperienze: una dominata da un aspetto
“pubblico”, che comprendeva le tre esperienze “Partecipare ad azioni di sensibilizzazione alla custodia della
casa comune”, “Custodire e sviluppare il tessuto delle relazioni fraterne all'interno della mia comunità di
riferimento”, “Accompagnare persone colpite dalla morte di familiari”, e una più legata ad espressioni di
solidarietà espressa privatamente, che comprendeva le esperienze: “Aiutare persone più fragili, nella gestione
della vita quotidiana”, “Offrire sostegno umano e psicologico a persone disagiate e ferite”, e “Sostenere
concretamente le persone ammalate”. La valutazione della significatività di queste esperienze vede al primo
posto quelle “private”, e all’ultimo posto quelle “pubbliche”, anche se va detto che tutte queste esperienze,
anche quelle valutate come meno significative, in realtà sono considerate rilevanti (molto o abbastanza)
dall’80% dei rispondenti, segno che le esperienze legate alla solidarietà sono in ogni caso sentite come più
significative rispetto a molte altre esperienze elencate tra quelle relative alla spiritualità (vedi tabella 5).

L'analisi delle percentuali di volte in cui le esperienze di solidarietà sono state considerate non pertinenti
rispetto alla vita dei rispondenti mostra che due delle proposte sono state considerate non applicabili da circa
la metà del campione, quelle che avevano a che fare con il sostegno a persone ammalate o colpite dalla morte
di familiari, cosa plausibile. Risulta importante da tenere in considerazione il fatto che ben il 43,4% dei
rispondenti ritenga non applicabile alla propria situazione “Partecipare ad azioni di sensibilizzazione alla
custodia della casa comune”.




 

Centralità dell’esperienza religiosa e spirituale in genere

La scala utilizzata per valutare quanto sia centrale per una persona l’esperienza religiosa e/o spirituale in senso
ampio (CRS, “Centrality of religiosity scale”) mostra punteggi molto elevati: tra il valore 1, che indica un
punteggio molto basso, e il valore 5, che indica un punteggio molto alto, il campione ottiene un punteggio
medio di 4,1 (DS = 0,75). Non risulta alcuna differenza tra maschi e femmine rispetto a tale variabile, mentre
una differenza significativa è riscontrabile tra il gruppo di persone che hanno fino a 45 anni, che mostrano un
livello più basso su tale scala, rispetto al gruppo di persone dai 46 anni in su (Media del gruppo fino a 45 anni
= 3,6, DS = 1,0; Media del gruppo con più di 45 anni = 4,26, DS = 0,6).

Rispetto all’impatto che ha la centralità dell’esperienza religiosa e/o spirituale di una persona su quanto sono
state ritenute significative le esperienze indicate nella sezione 2 – Spiritualità e nella sezione 3 – Solidarietà, è
interessante osservare che i punteggi sulla CRS sono in relazione con l’attribuzione di significatività di tutte
le 13 esperienze proposte nella sezione 3, nel senso che ad un punteggio più elevato sulla CRS corrisponde
anche una attribuzione di maggiore significatività delle varie esperienze elencate. Al contrario, non vi è alcuna
relazione tra il livello nella CRS e la significatività attribuita alle esperienze elencate nella sezione 3 –
Solidarietà, tranne per “Partecipare ad azioni di sensibilizzazione alla custodia della casa comune”, per la quale
chi attribuisce una forte significatività è anche chi mostra un punteggio più elevato nella CRS.


NOTA A PARZIALE CONCLUSIONE DI QUESTA PRIMA CONDIVISIONE

La partecipazione a questa indagine è risultata più ampia rispetto alle aspettative, data anche la complessità
della richiesta e il tempo che era necessario dedicare per la compilazione. Gli autori erano consapevoli che la
modalità proposta per la rilevazione, il tipo di domande e il formato delle domande erano tali da poter
incontrare la sensibilità di partecipanti appartenenti ad una fascia di età medio-alta, piuttosto che intercettare
i partecipanti più giovani, ma hanno deciso ugualmente di utilizzare questo strumento, riservandosi di
intercettare queste ultime con altri mezzi e in altri tempi, e consapevoli del limite dello sguardo che veniva
così restituito.

Questi primi risultati riportano le risposte date ad alcune domande chiuse. Al momento presentiamo questi
dati senza commentarli, e continueremo le analisi e aggiorneremo il documento, che sarà riproposto, di
settimana in settimana, a mano a mano che saranno disponibili ulteriori analisi. Abbiamo infatti già iniziato ad individuare le tematiche emerse dalle domande aperte, per dare anche di queste
una sintesi che tenga conto della frequenza con cui certi temi emergono, oltre che, magari, dell'unicità di
alcune intuizioni. Arrivederci a presto, con nuovi aggiornamenti.

 

A cura di: Margherita Pasini, Margherita Brondino, Luisa Bienati, Massimo Cadamuro, Nandino Capovilla, Lionello Dal Molin, Giovanni Millino, Simone Morandini, Giorgio Scatto, Carlo Urbani, Giovanni Vian.

Home                                                       Calendario                                               Monastero                                                  Iniziative                                                              Articoli e pubblicazioni

Chi siamo                                                Iscriviti                                                      Preghiera                                                     Briciole dalla mensa                                         Orari SS. Messe

Come arrivare                                         Contatti                                                     Ospitalità                                                     Una famiglia di famiglie                                   Audiovisivi

Monastero di Marango 

Strada Durisi, 12 - 30021 Marango di Caorle - VE

0421.88142  pfr.marango@tiscalinet.it

Privacy