Il presepe, allestito nella nostra chiesa dalle amiche di casa Madia di Bergamo, è un po' particolare: è fatto con i cocci di quel che è rimasto a Qaraqosh, Iraq, dopo la devastazione degli uomini dell'Isis.Ecco l'interpretazione che ne danno le ideatrici.
Cominciamo da una grotta, da qualcuno come Maria che docilmente sa dire Si', che ha voglia di fare casa e metter su famiglia...
I colori del presepe: il sabbia come la terra da cui veniamo e di cui ci nutriamo, il rosso per dire l' umanita' ferita, umiliata, avvelenata dal male che pero' porta gia' in se' la promessa dell' oro di Dio e infine l' azzurro ci ricorda il cielo che ci abbraccia con la sua luce carica del desiderio di pace.
Vicino alla culla che ospita il bambino di Nazareth, tante culle vuote per dire che l' incarnazione e' possibile ovunque e in ogni tempo.
Ci sono pastori e magi, vengono da diverse strade ma tutti si incamminano sui cocci della loro vita...partiamo da dove siamo, dalle nostre piccole e singolari storie segnate da continuita' e interruzioni..
A vegliare il volto di Maria che con la sua dolcezza scolpita dalla storia e' custode di pietas verso ogni vita che si mette in cammino. Ad avvolgere il presepe elementi naturali perche' siamo parte di un cosmo, di una creazione che respira all' unisono...tutto si predispone ad accogliere la rivelazione del Natale.
Infine una scritta: Qaraqosh-Iraq perche' Dio si incarna in ogni storia anche nel dramma piu' profondo e continua ad essere promessa di vita nuova, piccola luce che non smette di ardere.
Un presepe a cielo aperto che ci chiama a uscire dalle nostre certezze e abitudini per lasciarci incontrare dal mistero.
La Comunità di Marango augura a tutti di trascorrere queste festività natalizie nella serenità e nella pace.
Monastero di Marango
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