Home     Chi siamo     Come arrivare     Contatti     Iscriviti

     Calendario    Login

Nelle tentazioni, Gesù custodisce la sua umanità

Briciole dalla mensa - 1° Domenica di Quaresima (anno C) - 6 marzo 2022

 

LETTURE

Dt 26,4-10   Sal 90   Rm 10,8-13   Lc 4,1-13

 

COMMENTO

 

«Tentato dal diavolo»: il male è all'opera. Lo vediamo in questi giorni, nel suo esito più negativo: la guerra. Del resto il male si chiama «diavolo»: una parola greca che significa «divisore». Che cosa c'è di più divisore che la sopraffazione armata di una nazione sui diritti di libertà di un'altra?!
Gesù ha vissuto le tentazioni, insinuate proprio dal «diavolo», sul terreno della sua figliolanza divina («Se sei il Figlio di Dio…»): sono le tentazioni di separarsi dalla sua umanità e di servirsi del suo potere divino. Un Dio spettacoloso e, proprio per questo, per nulla solidale con noi. E, invece, in tutte e tre le tentazioni, Gesù rimane "umano": non si mette al posto di Dio né scende a compromessi con il diavolo, come costui vorrebbe. Facendo così, Gesù vive tutto il limite umano: «Non mangiò nulla per quaranta giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame». È il sentire che gli viene meno la vita; la prova è quindi serissima. Dunque che Dio faccia qualcosa: un qualcosa che dica di Dio, perché, di fronte alla morte, tutto sembra smentirlo. Perciò, che le pietre diventino pane… Invece, Gesù non mette dinanzi a tutto il suo bisogno, pur essendo la necessità basilare, quella della vita. Quindi Gesù non cerca una soddisfazione immediata. Non esce dalla condizione umana limitata e povera: «Non di solo pane vivrà l'uomo». Si ferma qui la citazione; perché il diavolo deve essere messo davanti al limite che lui non può superare: l'uomo non è fatto solo di bisogni immediati. Ma il testo del Deuteronomio dice poi di che cosa vive veramente l'uomo: «Di quanto esce dalla bocca del Signore», vive della relazione stessa con il Signore. Una relazione che, come con Mosé, è un parlare «bocca a bocca» (Nm 12,8). Ed è proprio la chiamata all’illimitatezza che ci fa gemere, dentro i limiti del nostro corpo: di Mosé si dice che morì sulla bocca di Dio.
I diritti alla propria sicurezza e prosperità sono le motivazioni (se vere) affermate per la tremenda guerra che è stata scatenata. Solo che questi diritti vengono assolutilizzati fino a trasformarsi in prevaricazioni e violenze sui diritti degli altri. Se Gesù avesse fatto così, avrebbe ceduto al miracolistico, trasformando le pietre in pane. Invece, Egli ha preferito, dinanzi al bisogno della gente, non compiere il miracolo delle pietre, ma quello della condivisione dei cinque pani, povera riserva di un ragazzo, che, nella logica del diritto per tutti, in Gesù diventa cibo a sazietà per migliaia.

 

«In un istante tutti i regni»: la massima espansione geografica nella più piccola frazione del tempo, è quello che il diavolo fa vedere a Gesù. Il potere è talmente inebriante che ci si dimentica addirittura delle coordinate della vita: lo spazio e il tempo. Invece, non si può comperare il tempo della vita con il denaro; come voleva fare l'uomo che si era arricchito in modo spropositato: «Ho molti beni per molti anni» (cfr. Lc 12,16-21). E se lo scopo di uno è conquistare il mondo, finirà col perdere l'unico suo possesso: la vita. Perciò Gesù metterà bene in guardia i suoi discepoli dal farsi prendere dalla mentalità dei potenti: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così» (Lc 22,25-26).
Allora l'unico vero modo di essere potenti e influenti è di custodire l'unicità di Dio: «Il Signore, Dio tuo, adorerai». Perché Lui ha il potere del Regno dell'amore. Così Gesù ha resistito al fascino del prendere il potere, del tutto, per accogliere, invece, il proprio limite umano. Così ha lasciato che l'esteso amore del Padre abitasse la ristrettezza della sua umanità. Paradosso che Paolo augura a tutti i credenti: «Siate in grado di comprendere quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e di conoscere l'amore di Cristo che supera ogni conoscenza» (Ef 4,18-19).

 

Nella terza tentazione, il diavolo spinge Gesù a sfidare la morte. Dal punto più alto del tempio gli dice: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù», e vedrai che gli angeli ti prenderanno, come dice un salmo. Si vede che anche lui ogni giorno recita l'Ufficio e conosce i salmi a memoria…! Ma Gesù non pensa a un Dio che si fa paracadute quando la nostra vita precipita. Ci sono situazioni nelle quali Dio non può più far nulla per la nostra sorte immediata. È il momento allora che noi facciamo qualcosa per lui, come diceva Etty Hillesum: custodiamo un pezzetto di cielo dentro di noi. Cioè non ci lasciamo sovrastare dal male che ci assedia, ma viviamo il nostro amore, anche se non sentiamo Dio. Questa è la presenza di Dio più grande: quando Lui viene a mancare, e la donna o l'uomo vivono l'Amore.

 

Ma il punto più alto dal quale il diavolo voleva far volare Gesù è quello del tempio di Gerusalemme. È, allora, la tentazione religiosa: Gesù esibisca davanti a tutti il suo essere il Messia e così tutti lo riconoscano e lo seguano. Invece Gesù ha compiuto gesti straordinari ma nascosti: ha toccato i lebbrosi per guarirli, ha preso per mano i malati sui lettucci, ha spalmato di fango gli occhi di un cieco… Gesti semplici e "umani", che hanno veicolato la sua potenza; come dovrebbero essere i nostri gesti religiosi: quelli della liturgia e dell'attesa del Regno. È invece magia se pensiamo che gesti e parole che non comunicano più all'uomo di oggi, possano veicolare la fede.
In definitiva, nelle tentazioni vediamo un Gesù umano non solo perché tentato, ma anche perché nelle tentazioni custodisce la sua umanità.

 

Alberto Vianello

 

  •  bricioledm
  • commento-Vangelo-1°-domenica-quaresima
  • tentazioni-di-Gesù
  • diavolo-divisore
  • Gesù-rimane-umano
  • vivere-il-limite-umano
  • miracolismo
  • tentazione-del-potere
  • non-accettare-la-morte
  • tentazione-del-fascino-religioso

Home                                                       Calendario                                               Monastero                                                  Iniziative                                                              Articoli e pubblicazioni

Chi siamo                                                Iscriviti                                                      Preghiera                                                     Briciole dalla mensa                                         Orari SS. Messe

Come arrivare                                         Contatti                                                     Ospitalità                                                     Una famiglia di famiglie                                   Audiovisivi

Monastero di Marango 

Strada Durisi, 12 - 30021 Marango di Caorle - VE

0421.88142  pfr.marango@tiscalinet.it

Privacy