Home     Chi siamo     Come arrivare     Contatti     Iscriviti

     Calendario    Login

La presa in carico del Crocifisso

Briciole dalla mensa - Ascensione del Signore (anno C) - 29 maggio 2022

 

LETTURE

At 1,1-11   Sal 46   Eb 9,24-28;10,19-23   Lc 24,46-53

 

COMMENTO

 

Luca è l'unico autore del NT a raccontare l'ascensione di Gesù in cielo, proprio nei suoi due brani, tratti dagli Atti e dal Vangelo, che la liturgia ci offre nel ciclo dell'anno C delle Letture. Gli altri evangelisti e Paolo parlano semplicemente di una esaltazione di Gesù legata immediatamente alla Pasqua. L'unico parallelo dell'ascensione lucana lo leggiamo in Mc 16,19, ma si tratta di una composizione del II secolo, ispirata proprio al brano degli Atti. Con il suo racconto, Luca ci pone davanti alla difficoltà di accordarlo con ciò che sappiamo dell'astrofisica; tanto che, nella predicazione, bisogna sempre precisare che non bisogna prendere l'episodio alla lettera, come se Gesù fosse salito al cielo al modo di un palloncino.
L'elevazione di Gesù al cielo è sì l'affermazione centrale e la base di tutto il NT, ma questa realtà di fede cristiana viene formulata generalmente come una dichiarazione o come un inno. Per esempio: «Dio lo esaltò e gli donò il nome che al di sopra di ogni nome» (Fil 2,9); «Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te» (Gv 17,1); «Egli fu visto dagli angeli e annunciato fra le genti, fu creduto nel mondo ed elevato nella gloria» (1Tm 3,16). Luca, invece, ha voluto storicizzare l'annuncio cristiano dell'elevazione - di per sé invisibile - di Gesù, per inserire nella storia tale annuncio: è una visualizzazione, tramite un racconto, di una verità di fede.

 

Nelle letterature del tempo circolavano racconti di elevazione umana al cielo. I romani se ne servivano per celebrare l'apoteosi degli imperatori sottolineandone così la loro divinizzazione. Come in questi racconti, Luca parla di testimoni alla elevazione di Gesù, ma, creando questo parallelo, afferma polemicamente che la sua signoria celeste è quella vera, che supera quella del Kýrios Cesare. In ambito ebraico, ci sono racconti del rapimento in cielo di Elia, di Enoc, di Esdra e di Baruc. Ma c'è una sostanziale differenza: il trasferimento di questi giusti in cielo - come loro riabilitazione da parte di Dio - risparmiava loro la morte, mentre Gesù viene elevato da Dio dopo essere passato per la morte. Lo scopo di Luca è, allora, quello di precisare un elemento della nostra fede pasquale: il ritorno in vita di Gesù non deve essere compreso solo come una rianimazione dell'esistenza precedente, bensì come un essere associato al potere di Dio, un entrare nella sfera divina, perché noi lo riconosciamo come una strada aperta verso Dio (seconda Lettura), che Lui stesso percorrerà, alla fine dei tempi, nel suo ritorno (parusia) a realizzare il Regno nel mondo, fra i popoli (vedi i brani dell'Apocalisse delle due ultime domeniche).
Se dunque Luca prende dal giudaismo l'evocazione dell'elevazione dei grandi profeti e dalla storia romana l'apoteosi e la divinizzazione degli imperatori, tuttavia il suo racconto è molto sobrio: non ci sono fenomeni divini, né voci dal cielo. Il racconto si concentra su un faccia a faccia: Gesù se ne va e i discepoli lo guardano. Nei vv. 9-11 ricorrono ben quattro verbi diversi del registro visivo, e si termina dicendo che la nube sottrae Gesù «ai loro occhi». I discepoli, come sono stati testimoni oculari del Risorto, ora lo sono della sua ascensione, e così viene garantita l'affidabilità della loro testimonianza di Cristo «elevato alla destra di Dio» (At 2,33).

 

Due verbi descrivono il passaggio di Gesù verso il cielo: il primo è «elevare», ma, allo stesso v. 9, c'è un altro verbo, tradotto con «sottrarre». Il verbo greco significa letteralmente «prendere da sotto». Bisogna quindi esprimere l'azione del ricevere, da parte della nube. Possiamo allora tradurre questo verbo di accoglienza con «prendere in carico». La nube ha il doppio senso, nell’AT, di nascondere e, insieme, rivelare la presenza di Dio. Dunque la nube prende in carico il Risorto, lo assorbe nella dimensione divina e lo nasconde «lontano dai loro occhi».

 

I due uomini che parlano ai discepoli svolgono il ruolo di angeli interpreti. Invece di interpretare la partenza di Gesù, essi parlano dell'ascensione come del modello inverso della parusia: «Verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo». Il ritorno del Risorto è credibile esattamente come l'esperienza oculare della sua ascensione. Come Dio ha accolto suo Figlio alla sua morte facendolo risorgere, così lo "restituirà" al mondo alla fine della storia. Paradossalmente, l'ascensione - con la quale Gesù si ritira dal mondo - è proprio garanzia del suo ritorno.

 

In conclusione, la scena dell'ascensione esprime, attraverso un racconto, la fede cristiana: Dio ha riabilitato il Crocifisso e lo ha elevato la sua destra. Luca lo dice usando un'immagine nota alla letteratura del tempo: l'esaltazione celeste. Che, quindi, non è una scena concreta da rappresentare iconograficamente.
Che l'uomo Gesù abbia raggiunto in questo modo il mondo di Dio diventa allora un'affermazione di fede molto sovversiva dal punto di vista politico. Gesù può essere ora riconosciuto come Signore, contestando ogni altro potere che pretende di regnare nel mondo. Poi, l'assenza di Gesù non è un abbandono, ma la condizione di una diversa presenza attraverso lo Spirito. Bisogna allora cogliere i segni vivi di un Signore assente. Infine, Gesù non è più visibile direttamente, ma lo è attraverso una comunità di donne e di uomini: comunione di credenti che concretizza la sua presenza nascosta.

 

Alberto Vianello

 

  •  bricioledm
  • commento-Vangelo-ascensione
  • ascensione-al-cielo
  • racconto-di-Luca
  • visualizzazione-della-fede-nell'ascensione
  • testimoni-dell'ascensione
  • Gesù-vero-Signore-del-mondo
  • ascensione-in-vista-della-parusia
  • altra-presenza-di-Gesù

Home                                                       Calendario                                               Monastero                                                  Iniziative                                                              Articoli e pubblicazioni

Chi siamo                                                Iscriviti                                                      Preghiera                                                     Briciole dalla mensa                                         Orari SS. Messe

Come arrivare                                         Contatti                                                     Ospitalità                                                     Una famiglia di famiglie                                   Audiovisivi

Monastero di Marango 

Strada Durisi, 12 - 30021 Marango di Caorle - VE

0421.88142  pfr.marango@tiscalinet.it

Privacy